lunedì 28 ottobre 2013

Crisi e sigarette

Qualunque sia la crisi di cui si parli riesce ad unire gli animi. Tutti hanno qualcosa da dire. Difficilmente qualcuno ha qualcosa da fare. Seriamente.
Le crisi lavorative (o l'odio per il primario o la caposala o il capoufficio o qualunque altro capo, anche a caso) ricongiungono i colleghi che neanche l'ultima cena, lo so che qualcuno moriva alla fine, ma in fondo è un po' spoiler e la terra è sovrappopolata.
La crisi globale tiene banco da un paio d'anni a questa parte. Al momento penso che una guerra nucleare sarebbe al terzo quarto posto tra le notizie del giorno. Subito dopo la disoccupazione giovanile, il calo della borsa e un qualche crack finanziario. Non è che non sia importante, ma non è che stiamo propriamente muovendo il culo in proposito.
Comunque ho assistito ad una scena surreale in cui alla fermata dell'autobus (sì ho finalmente uno stipendio e continuo a muovermi in bici e in autobus) con la scusa di accendere una sigaretta un galeotto in permesso di uscita discorreva con un cadetto dell'esercito della difficoltà dei ragazzi di oggi di trovare lavoro, passando dalla legge sull'indulto del 2006, gli stipendi dei politici e della crisi greca. Il tutto in una cornice di tifosi ubriachi che prendeva d'assalto la città.
Non so se sono io, ma il tutto era terribilmente divertente, o terribilmente strano o forse terribile e basta.
Crisi e sigarette uniscono gli animi, evidentemente quelli di tutti.

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