mercoledì 30 novembre 2011

Conversazioni folli

- Oggi ho evitato G. Il tuo moroso gli ha detto che sono vogliosa...ma ti sembra?!?!
- ...ehm...oddio...ha ancora tutti i genitali?  no sai lo volevo sapere perchè mi sento parte in causa
- sì, di solito parto con le ditate nelle coste, perchè penso a te!
- HAHAHAHAHAHAH che carina grazie! questa conversazione surreale finisce sul blog!
- bhè quindi mi confermi che le coste non ti servono...
- no tranquilla non mi servono...

- perfetto.. ora che ci siamo giocate ai dadi le coste del tuo moroso, vado a nanna.. dmn sveglia ore 6...posso vomitare per l'entusiasmo??? (quello che si diceva qui)

Coalizione tra donne...brutta roba per chi ha un cromosoma Y...

Tempus fugit

Come studente di medicina dovrei avere diritto a 30 ore giornaliere per circa 10 giorni settimanali. 
Sembra che non appena si passi il test d'ingresso come per magia si moltiplichino all'infinito le cose da fare e si ottenga il dono dell'ubiquità. 
Arrivati all'ultimo anno, non solo si ha a che fare con lezioni e inutili tirocini obbligatori (dico inutili perchè per quello che facciamo saremmo migliori come laureati in arredamento d'interni che non come futuri medici), ma si apre anche il mitico mondo degli internati. 
In tutto ciò la giornata è suddivisa più o meno in questo modo: sveglia 6.30, sala o reparto o qualsiasi altra cosa uno abbia deciso di fare verso le 7.30per rimanere se va bene fin verso le 14, che poi non si sa mai perchè ma è l'orario in cui arrivano i casi migliori/quelli che devi assolutamente inserire nella tesi, quindi il tempo si allunga inevitabilmente fin verso orari serali non meglio definiti, in tutto ciò ovviamente si è usciti per un paio d'ore a fare lezione (perchè di più non si poteva, poi solo quelle interessanti o solo quelle in cui "prendono le firme"),e si è rincorso un professore a caso nei corridoi per avere una firma sul librettino dei tirocini. Ovviamente in tutto questo il pranzo è saltato, spesso la cena pure, visto che i famosi orari serali non meglio definiti si aggirano attorno alle 21, 22. 
Fatto questo in mezzo alla nebbia (sì da noi c'è la nebbia continuamente) ci si avvia lemmi lemmi verso casa dove davanti alla camomilla calda ci si mette finalmente a studiare, per arrivare a orari non meglio definiti che si aggirano attorno alle 3 di notte. Doccia (sì i miei vicini mi odiano, ma tanto non sono mai a casa che potranno mai dirmi?), puntata di sveglia e via che si ricomincia.
Di questo passo non so se ci arrivo viva alla laurea. Di sicuro non ci arrivo preparata...

giovedì 24 novembre 2011

Finanziamenti e Finanziarie

Questo è uno sfogo, e questa sotto è una mia foto. Quindi per la prima volta chi non sa nulla di questo blog e sa chi sono potrebbe tranquillamente riconoscermi, ma chissenefrega. A volte, forse, ne vale la pena.


Premetto che non so nulla di economia, per passare la parte relativa ad economia aziendale dell'esame di igiene avevo studiato come una dannata. Quello che proprio non mi riesce di capire però è come non riusciamo a trovare fondi per un'iniziativa così "nobile" come l'Ospedale dei Pupazzi. 

L'OdP (amorevolmente soprannominato ospedale di stica**i) è un'iniziativa del SISM (che a sua volta è il segretariato italiano degli studenti di medicina di cui faccio parte), che consiste in parole povere nel far passare ai bambini la paura dei medici e degli ospedali mediante il gioco. I bimbi vengono da noi con i loro pupazzi malati e assieme ai pupazzologi assistono ad una visita vera e propria, con tanto di strumentazioni, esami e sale chirurgiche ricreate a misura di bambino.

Ora io non sono una fan dei piccoli cuccioli di umano (cit.) ma è un'esperienza bellissima, non solo per i bambini che partecipano sempre entusiasti all'iniziativa (molti tornano tutti gli anni! e inventano patologie sempre più fantasiose!!!) ma anche per le famiglie, che si rendono conto di cosa aspettarsi grossomodo durante una visita, e per noi studenti, che forse per la prima volta nella nostra vita universitaria prendiamo parte a questo piccolo mondo di giochi e fantasia che è quello dei bambini.

Tutto questo per spiegare che trovo veramente inconcepibile che NESSUNO sia disposto a finanziare un'esperienza di questo genere! L'anno scorso ci siamo autofinanziati, nella vana speranza che quest'anno le cose cambiassero, ma guardandoci in tasca possiamo dire con certezza che non ce la faremo, che a Maggio deluderemo i nostri draghi, i panda, i delfini e gli squali giganti, non potremo steccare zampe, curare ferite, fare interventi chirurgici dai più elementari ai più complicati, salvare gli orsi dall'infarto o far partorire zebre incinta. I nostri morbidi pazienti (e soprattutto i loro piccoli proprietari) forse non riceveranno nessuna cura, nessun esame specialistico e nessun intervento chirurgico. Neanche i loro essenziali vomitostop, salvagola e sgonfiolin, o le ancora più importanti coccole e caramelle.

Mi dispiace, mi dispiace tantissimo. Ma nel mondo dei grandi i soldi del monopoli non sono sufficienti, e nel mondo degli ancora più grandi non siamo sufficienti noi nel nostro piccolo, la nostra poca pubblicità, la nostra inesistente politica e il nostro silenzioso clamore.

Non posso davvero credere che la crisi ci faccia più paura di una faccia triste.

mercoledì 23 novembre 2011

Il dolore

- Non ho mai fatto così tante epidurali da quando sono in Svezia
la caposala mi guarda sconvolta
- Ma come fate in Italia a partorire???
Interdetta - Bhè come si faceva dall'inizio dei tempi: urlando


Valutare il dolore è difficile. Davvero difficile. In Italia ancora di più. Giorno dopo giorno ci si scontra con l'incredibile credenza che provare dolore sia parte integrante della malattia, o a viverlo in modo melodrammatico e teatrale oppure al contrario che provare dolore sia segno di debolezza, .
Tutto questo porta o a sottostimare i sintomi, ad accettarli, a vedere chi prende antidolorifici come drogati e a pensare alla morfina come Satana in persona. Non solo da parte dei pazienti, ma anche da parte dei medici. I medici sono spiazzati davanti al dolore. Alcuni lo ignorano. Ho sentito dire diverse volte "è impossibile che senta così male!", perchè è impossibile? Non tutti proviamo dolore allo stesso modo. Se il paziente dice che fa male, ha male, a prescindere da quanto pensiamo possa averne. Il dolore è un sintomo.
E come tale va ascoltato. 

Post un po' inutile e di riflessione personale, ma fare una giornata in endoscopia porta a questo ed altro. Il video è una citazione molto conosciuta!

martedì 22 novembre 2011

Chicche

‎-Signora, ha qualche allergia?
-Si, sono allergica all'eucalipto
-Beh, fortunatamente lei non è un koala!

Non fa una piega...il mondo è pieno di allergie strane. Ora la mia domanda è: ma come fa la signora ad essere certa di essere allergica all'eucalipto? Chi è quel medico che le ha fatto le prove per scoprire questa rara quanto devastante allergia?

La signora ha avuto un infanzia difficile. Niente zoo per lei.

lunedì 21 novembre 2011

Piccole e grandi novità

Sono in ritardo di circa qualche mese sulla tabella di marcia, lo so! Ma come sempre Settembre è stato ricco di esami e di cose da fare. Ho vinto una tesi e una frequenza in reparto a casaccio che mi porta via un sacco di tempo ma da grandi soddisfazioni (sì lo so che eccitarsi a vedere le vene sulle braccia altrui è segno di sadismo, ma cercate di capire che siamo piccoli e innocenti studenti di medicina). So anche che non siamo piccoli e non siamo innocenti, comunque poco cambia. In tutto ciò Ottobre e Novembre sono scivolati pigri e stanchi al ritmo di quattro ore per notte.
Per il resto ho anche pensato bene di uccidere il mio povero e unico ginocchio superstite, per non farmi mancare proprio nulla!
In compenso i miei mi stanno dando grandi soddisfazioni, nel tentativo di capire cosa faccio a tirocinio e alla risposta "oggi ero in endoscopia", mi è stato ribattuto: "bhè in fondo non è molto diverso dal fare l'espurgo". Grazie papà seriamente, non aspettavo altro! Anche se devo dire che è una sintesi alquanto calzante...
L'università è sempre quella, i tirocini sempre quelli e i compagni di corso pure (attimi di profondo sconforto).
Di fatto ho scoperto che scrivere in fondo aiuta, e cercherò di farlo più spesso per la mia salute mentale se non altro. A presto, coscienza!

p.s. tra le piccole novità di questo periodo c'è anche la nuova immagine del blog!