mercoledì 30 novembre 2011

Tempus fugit

Come studente di medicina dovrei avere diritto a 30 ore giornaliere per circa 10 giorni settimanali. 
Sembra che non appena si passi il test d'ingresso come per magia si moltiplichino all'infinito le cose da fare e si ottenga il dono dell'ubiquità. 
Arrivati all'ultimo anno, non solo si ha a che fare con lezioni e inutili tirocini obbligatori (dico inutili perchè per quello che facciamo saremmo migliori come laureati in arredamento d'interni che non come futuri medici), ma si apre anche il mitico mondo degli internati. 
In tutto ciò la giornata è suddivisa più o meno in questo modo: sveglia 6.30, sala o reparto o qualsiasi altra cosa uno abbia deciso di fare verso le 7.30per rimanere se va bene fin verso le 14, che poi non si sa mai perchè ma è l'orario in cui arrivano i casi migliori/quelli che devi assolutamente inserire nella tesi, quindi il tempo si allunga inevitabilmente fin verso orari serali non meglio definiti, in tutto ciò ovviamente si è usciti per un paio d'ore a fare lezione (perchè di più non si poteva, poi solo quelle interessanti o solo quelle in cui "prendono le firme"),e si è rincorso un professore a caso nei corridoi per avere una firma sul librettino dei tirocini. Ovviamente in tutto questo il pranzo è saltato, spesso la cena pure, visto che i famosi orari serali non meglio definiti si aggirano attorno alle 21, 22. 
Fatto questo in mezzo alla nebbia (sì da noi c'è la nebbia continuamente) ci si avvia lemmi lemmi verso casa dove davanti alla camomilla calda ci si mette finalmente a studiare, per arrivare a orari non meglio definiti che si aggirano attorno alle 3 di notte. Doccia (sì i miei vicini mi odiano, ma tanto non sono mai a casa che potranno mai dirmi?), puntata di sveglia e via che si ricomincia.
Di questo passo non so se ci arrivo viva alla laurea. Di sicuro non ci arrivo preparata...

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